Forhum: a Cossato si torna in piazza, tra analogico e digitale

di Clara Amodeo

Ascoltare, studiare, mappare, condividere, comunicare, coinvolgere, rigenerare. O, in un’unica parola, Forhum, il progetto che da venerdì 3 (fino a lunedì 20 agosto) si sta svolgendo a Cossato, in provincia di Biella, e che, tra le altre cose, sta vedendo artisti di arte urbana nazionali e internazionali impegnati a dipingere la totalità delle pareti esterne del mercato coperto di Cossato.

Che poi, a ben vedere, nemmeno Forhum è un’unica parola, né, tantomeno, reca con sé un unico significato. For, infatti, sta per forum che dal latino indica la piazza, il mercato, il luogo (pubblico) dove si trattano gli affari. Hum, invece, sta per humans e dall’inglese indica gli umani, le persone. Non solo: il suffisso For significa, sempre in inglese, per, inteso nella sua forma di preposizione semplice e nell’accezione di “a favore di”. Insomma, un progetto pensato per quegli esseri umani che, tanti, ogni giorno si incontrano al mercato coperto di Cossato, centro nevralgico della città, con l’obiettivo di creare simbiosi e continuità tra gli artisti che lavorano all’esterno e chi il mercato lo vive all’interno.

Ma come? Nei sei mesi di lavoro preventivo, l’associazione di promozione sociale Better Places Aps e i suoi membri, in particolare la Howler Cru, in collaborazione con il Laboratorio Artistico Pietra, hanno gestito lo svolgimento dell’intero progetto utilizzando differenti metodi di partecipazione che hanno prodotto una mappatura sociale, sonora e visiva del luogo.

Un percorso partecipato, che ha coinvolto in primis i mercanti e coloro che fruiscono del mercato in quanto tale senza però tralasciare tutti coloro che usufruiscono degli spazi messi a disposizione dalla struttura. Il risultato ottenuto è un pacchetto multimediale in grado di restituire al meglio ciò che quel luogo ha da raccontare con immagini, suoni e persone: una ricerca storica sulle origini del mercato, una mappatura sociale del luogo, un campionamento di suoni al suo interno e una mappatura visiva attraverso l’utilizzo di un metodo di partecipazione attiva, il Photo-voice.

Un progetto che non poteva che concludersi con la creazione di opere murali all’esterno dell’edificio: 900mq di colore (a opera di 8 artisti provenienti da tutto il mondo, Artez, Etnik, Sea Creative, kamimani, Vostok & Hide, Julia Rio e Howler Cru) che si concluderanno nei prossimi giorni e che, una voltab conclusi, dialogheranno con il mercato nella sua attività giornaliera, mostrando così la scopo iniziale del progetto: creare un continuum tra l’interno e l’esterno.

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